SMALL DEVICES TO DEVELOPE
SELF-AWARNESS (ME/WE)

2006 -15 x 15 x 15cm
Wood, Iron, Mirror, Acrilic

SMALL DEVICES TO DEVELOPE
SELF-AWARNESS (ME/WE)

2006 -15 x 15 x 15cm
Wood, Iron, Mirror, Acrilic

SMALL DEVICES TO DEVELOPE
SELF-AWARNESS (ME/WE)

2010
Installation view
Arsenale, Turin

Concept

ME/WE

Il fruitore dell’opera è invitato a interagire: solo attraverso il ribaltamento del lato inferiore del cubo, la parola Me può trasformarsi in WE: il singolo si fa “noi” e riconosce l’altro quale componente essenziale della propria realtà. L’individuo che sceglie di relazionarsi con l’altro vede se stesso nel riflesso dello specchio e constata la trasformazione di ME in WE, diventa quindi, allo stesso tempo, artefice e osservatore del cambiamento. Ognuno è però libero di non generare l’inedito e di lasciare la situazione immutata: la scelta di non operare scelte è anch’essa una possibilità. Quando ciò avviene, la parola ME risulta essere una semplice didascalia della propria immagine riflessa allo specchio, un’autocelebrazione del proprio Io, quale unico universo possibile. Le altre pareti che compongono il cubo di Neira seno bianche e levigate, senza alcun intarsio. Coloro che scelgono di tenere chiuso il cubo sella propria esistenza, negando le relazioni e impedendo che il Me si faccia WE, scelgono di vivere tra pareti asettiche, prive di colore, rendendo lo specchio solo un ornamento nel quale nulla si riflette.
Sara Susanna Mandice – ottobre 2010